Settembre 2023

Sardegna costa occidentale

 

ROCCIA, MARE, NATURA: DOLCE SETTEMBRE SUL MEDITERRANEO
Tra le miniere del cammino di Santa Barbara
A piedi sul Gennargentu e il monte Linas
Le migliori Falesie dell'inglesiente



Editoriale Anteprima

Editoriale


La croce, i briganti e il generale

Il tetto della Sardegna non è troppo alto: 1834 metri. E nemmeno difficile da raggiungere: sta all’apice di lunghe creste appiattite, frequentate dai pastori da tempi immemorabili. Ma se proprio vogliamo identificare un “conquistatore” del Gennargentu, questi è il generale Alberto La Marmora, geografo che da lassù iniziò a raccogliere i dati per la prima carta scientifica dell’isola. Trascorrendo molte notti all’addiaccio, combattendo il freddo (a metà Ottocento la neve durava anche in estate) e scampando diverse volte a feroci briganti. Dai tempi dell’Unità d’Italia, la cima più alta del massiccio è dedicata a lui: vi sorge una grande croce di ferro e c’è una targa con il suo nome. Vandalizzata. Perché ai separatisti sardi i generali, soprattutto quelli sabaudi, non sono mai piaciuti, e l’Unità la vedono come il fumo negli occhi. Dalle contraddizioni, e dalle bellezze, del Gennargentu inizia il nostro viaggio in Sardegna, regione marittima ad alto tasso alpinistico. In particolare, nell’Iglesiente, territorio ricchissimo di miniere, grotte, falesie dove fin dagli anni Ottanta sono state aperte centinaia di vie su meravigliose rocce di ogni tipo, calcare, granito, basalto... Per scoprire questo territorio di immensa wilderness, che va dall’isola di Sant’Antioco al Monte Linas, ci siamo messi in marcia lungo il Cammino di Santa Barbara che, a volerlo fare tutto, impegna per trenta tappe: un trekking davvero spettacolare, tra scogliere, villaggi minerari abbandonati, torrenti e cascate. Per lunghi tratti, si attraversa una Sardegna primordiale, tale e quale la conobbe La Marmora (ma senza più briganti). Una regione arcaica, dove la pietra si modella in nuraghi e monoliti, dove i pastoriclimber costruiscono per le proprie greggi sentieri vertiginosi a picco sui canyon. Una regione insomma che a noi alpinisti (e cultori dell’outdoor) piace moltissimo. Arrampicata, escursionismo, mountain bike, speleologia... non c’è limite alla nostra fantasia. Mancherebbe solo l’alta quota ma, per questa volta, possiamo farne a meno.


Paolo Paci

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